Venerdì sera ritrovo enogastronomico con gli amici di xr-Italia.
Tra un "bona la finocchiona, maremma merda", un "mangià il prosciutto senza i' pane é come andà a trombà senza i cazzo" dell'ala pittoresca e i tentativi di fare chiarezza sui nuovi meeting di presidente e vice... osservavo la tavolata.
Un gruppo di persone dai 23 ai 60 anni accomunati dal fatto di avere - o avere avuto - tutti un xr e la passione per l'enduro o il motard.
Le nostre moto: oggetti semplici, leggeri, potenti, i più costosi da nuovi, i più economici e affidabili da usati, spesso scorbutici ma sinceri, tenaci, dalla poca manutenzione, indifferenti alle mode; un po' rispecchiano i visi.
Chilometri di sterrato, percorsi insieme a darsi una mano nei passaggi difficili, a puntare la manopola destra in piedi sulle pedane, nel fango, nei guadi, in mezzo alle pietraie, e poi a tavola a discutere di modifiche, ribaltoni, percorsi, panorami, gesta e idiozie totali.
In questo periodo pensavo di abbandonare l'enduro, lasciare a un altro momento tutto questo per un approccio motardico-turistico alla moto; come dire... ma anche no!
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